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Meteo e non solo a Rocca Priora e Castelli Romani
Dall’Università della California di San Diego, un team di scienziati, sostenitori del global warming antropico, ha analizzato i dati sulla nuvolosità rilevati via satellite, scoprendo che i tracciati delle tempeste si stanno spostando verso i poli mentre le zone secche subtropicali si stanno espandendo. Inoltre le alte formazioni nuvolose si stanno spostando nell’atmosfera a quote sempre più alte.
I dati confermano i modelli climatici computerizzati che hanno predetto questi cambiamenti nelle ultime decine di anni come conseguenza dell’accumulo dei gas serra in atmosfera.
“L’articolo mette sul tavolo la prima credibile dimostrazione che la nuvolosità sta cambiando esattamente come ci aspettavamo dai modelli climatici e dalla teoria.”
Con il ruolo simultaneo che le nuvole giocano nel raffreddare e riscaldare il pianeta, riflettendo indietro la radiazione solare da una parte, ma anche intrappolando energia solare nelle loro strutture, le nuvole sono la variabile climatica più importante presente sul pianeta.
Il loro comportamento complesso è stato uno dei fattori di maggiore incertezza per gli scienziati impegnati a capire il clima attuale e predire gli sviluppi futuri.
Le immagini da satellite inconsistenti sono state uno degli ostacoli maggiori per migliorare la conoscenza del fenomeno. I dati satellitari sulla nuvolosità provengono da strumenti nati per monitorare il tempo e sono soggetti a derive spurie collegate a cambi di orbita, calibrazioni strumentali, degradazione dei sensori e molti altri fattori.
Quando i ricercatori sono riusciti ad eliminare tutti questi artefatti, i dati hanno mostrato dei tracciati di cambiamento su grande scala tra il 1980 ed il 2000 che sono consistenti con le previsioni dell’epoca, inclusa la deriva verso i poli dei tracciati delle tempeste, l’espansione della zona secca subtropicale e l’innalzamento dello strato nuvoloso superiore.
Gli scienziati sostengono quindi che questi cambiamenti aumentano l’assorbimento della radiazione solare da parte della Terra, e riducono l’emissione termica di radiazione nello spazio, aumentando l’effetto del global warming causato dai gas serra.
Eppure le previsioni di questo articolo sembrano cozzare con altri dati che negano l’inaridimento previsto.
Dal National Geographic News:
“Il Deserto del Sahara si sta rinverdendo a causa dei cambiamenti climatici.
Desertificazione, siccità e disperazione. Ci hanno detto che questo è quello che aspetta l’Africa a causa del Global Warming. Eppure ci sono prove sempre più evidenti che dipingono uno scenario diverso. Le temperature in aumento sembrano beneficiare milioni di africani nella parte più secca del continente. Gli scienziati hanno rilevato che le la zona del deserto del Sahara e le zone limitrofe, stanno diventando sempre più verdi a causa dell’aumento delle precipitazioni. Queste piogge stanno rivitalizzando delle regioni devastate dalla siccità, riportandole ad essere terreni adatti per l’agricoltura. Questa riduzione del terreno desertico è supportata da modelli climatici che predicono un ritorno a condizioni che hanno trasformato il Sahara in una florida savana circa 12000 anni fa. “
Nel frattempo le previsioni sul riscaldamento globale prevedono la Grande Pausa in ritorno per Natale e più lunga che mai!