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Meteo e non solo a Rocca Priora e Castelli Romani
Uno dei temi più discussi attualmente è l’eventuale transizione da un massiccio El Nino ad una altrettanto potente La Nina.
La domanda in breve è: stiamo andando verso una fase di La Nina per fine anno? E sarà un evento potente?
La risposta aiuterà a prevedere, tra i tanti sconvolgimenti, se vi saranno siccità in Sud America, inverni molto freddi negli Stati Uniti o abbondanti piogge nel sud est asiatico.
Prima di tutto, sembra molto improbabile che resteranno condizioni di El Nino. Dei 14 El Nino che si sono verificati dal 1950, escluso quello di quest’anno, solo uno stazionò nella condizione di El Nino anche l’anno seguente, mentre solo tre evolsero in condizioni neutrali. Così le probabilità sono in favore di La Nina. Ma come si sa, in meteorologia le probabilità contano poco.
Intanto un ambiente favorevole a La Nina ha già cominciato a svilupparsi. Le acque fredde si stanno accumulando al di sotto della superficie del Pacifico e gli alisei che supportano El Nino hanno iniziato ad indebolirsi. In ogni caso, le acque superficiali sono ancora molto calde, in pieno evento El Nino.
E’ utile guardare agli eventi storici in cui El Nino si è trasformato in La Nina nel corso dell’anno. Dal 1982 è successo solo una manciata di volte, ma ci sono abbastanza similarità da poter inferire qualcosa sull’evento in corso.
Le similarità suggeriscono che dovrebbe esserci un enorme caduta delle temperature superficiali, in territorio La Nina, tra aprile e luglio. Ma se la discesa avviene dopo il mese di giugno, ci si può aspetta una La Nina molto debole.
Anche se il viaggio verso La Nina è cominciato, ci sono ancora numerosi fattori che debbono andare al posto giusto per far sviluppare pienamente l’evento:
COSA SI E’ GIA’ VERIFICATO
· Il decadimento di El Nino non può procedere senza che vengano meno due fattori chiave: forti alisei inveirti e anomalie termiche positive sotto la superficie oceanica. Fatto e Fatto!
· Uno dei primi segnali anti-El Nino è il decadimento degli alisei occidentali (invertiti) a livelli normali l’ultimo novembre, periodo in cui El Nino ha raggiunto il massimo.
· El Nino però ha continuato a sopravvivere grazie a raffiche improvvise che lo hanno alimentato. Ma questi isolati eventi hanno cominciato a scomparire a partire da marzo.
· Le anomalie di temperatura delle acque sommerse sono nettamente negative e questo enorme calderone freddo sta aspettando di emergere trasformandosi in un forte evento La Nina. L’emersione deve essere aiutata dagli alisei che devono rafforzarsi. La velocità con cui questo accadrà determinerà la forza complessiva del fenomeno La Nina.
· Se questa polla fredda continua a perdere calore con lo stesso passo che ha tenuto finora, il confronto con il passato ci suggerisce che l’indice ENSO 3.4 passerà in territorio negativo uno o due mesi dopo che gli alisei si sono rafforzati. Questo è stato dimostrato nel 1998 e nel 2010.
· Gli alisei sono attualmente in una fase di transizione, quindi dobbiamo aspettare aprile per capire quello che succederà. Ma un rafforzamento ad aprile porterà alla formazione di un evento La Nina già nel mese di giugno.
Ma ci sono altri fattori d a considerare.
COSA NON SI E’ ANCORA VERFICATO
· Nonostante tutti i fattori favorevoli visti, l’indice SOI è ancora in territorio favorevole a El Nino
· Ma la benzina sta iniziando a finire. Nelle ultime settimane, la polla fredda è emersa in zone al di fuori dell’influenza degli alisei.
· L’indice SOI (Southern Oscillation Index) tende a fluttuare parecchio anche durante eventi El Nino o La Nina molto forti. Ma c’è una chiara separazione tra anni in cui La Nina è molto forte ed anni in cui è debole. Negli anni in cui è stata più forte (1988, 1998, 2010), l’indice SOI era già molto alto nel mese di luglio, mentre negli anni in cui La Nina è stata più debole, l’indice SOi ha mantenuto una certa variabilità (1983, 1995, 2005, 2007).
· Un altro indice che supporta El Nino è l’indice OLR (outgoing longwave radiation) che è un indice indirettamente legato alla formazione di tempeste nel Pacifico centrale equatoriale. El Nino è associato a OLR negative. Il mese di febbraio ha visto il record negativo dell’indice OLR, che ora deve girare in positivo per favorire la dipartita di El Nino.
· Se non assistiamo ad un’impennata in positivo degli indici SOI e OLR entro luglio, allora la potenziale La Nina potrebbe diventare molto debole o essere addirittura rimandata ad anni futuri.
La storia suggerisce che una La Nina che si forma dopo agosto non diviene molto forte, anche dopo diversi mesi di presenza. Così se non vedremo anomalie superficiali negative entro i prossimi 4-5 mesi vorrà dire che siamo diretti verso una La Nina debole o una “La Nada”.