Il perché non è chiaro, a quando la Terra si raffredda ed il numero di macchie solari sono al minimo, l’attività vulcanica mondiale sembra incrementare, specialmente i supervulcani che lasciano un impronta significativa sull’ambiente planetario. Basta osservare il grafico sottostante per rendersene conto:

Il vulcano attualmente più pericoloso è il pennacchio che, negli Stati Uniti occidentali, si sta spostando lentamente a nord est attraverso l’Idaho da milioni di anni e che ha eruttato l’ultima volta 640.000 anni fa nel Wyoming nord occidentale. Infatti la Caldera di Yellowstone è stata creata da quest’ultima massiccia eruzione che ha creato un enorme cratere poi riempito in gran parte dai susseguenti flussi lavici.

Un allarme in questo senso è stato riportato dal quotidiano UK Express:

“Le eruzioni vulcaniche sono al loro massimo da 300 anni ed alcuni scienziati temono che potrebbe avvenire una maxi eruzione in grado di uccidere milioni di persone e devastare il pianeta.

Gli esperti presso l’European Science Fundation affermano che i vulcani, e specialmente i super-vulcani come quello nel Parco Nazionale di Yellowstone, con una caldera di 55 Km x 72 Km, pongono una minaccia per la Terra e la sopravvivenza dell’uomo, molto più importante di asteroidi, terremoti, guerre nucleari e riscaldamento globale.

La probabilità di un eruzione nei prossimi 80 anni si è accresciuta in maniera considerevole attestandosi tra il 5% ed il 10%. In caso di eruzione, non solo morirebbero milioni di persone, ma l’atmosfera della Terra sarebbe contaminata da ceneri ed altre tossine creando degli sconvolgimenti climatici che l’uomo non riuscirebbe a perpetrare nemmeno in mille anni di inquiniamento e riscaldamento globale. Questa catastrofe assumerebbe proporzioni mondiali avendo effetti a lungo termine sul clima, sul cibo, sui trasporti ed in generale sulla catena dei rifornimenti a livello planetario. L’umanità dovrebbe affrontare la più grande carestia della sua storia, ben al di là delle capacità di reazione di una singola nazione.

Per esempio, l’eruzione di Tambora nel 1815 in Indonesia uccise 100.000 persone, ma le nubi di ceneri eliminarono completamente l’estate dell’anno seguente e fu uno dei più importanti eventi climatici dell’ultimo millennio con profonde e gravissime ripercussioni sociali, soprattutto a causa della mancanza di cibo e dei problemi respiratori connessi all’atmosfera avvelenata.

Un evento simile oggi avrebbe ripercussioni ancora più gravi a causa della maggiore popolazione mondiale e del delicato equilibrio della catena alimentare moderna."