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18/11/2015
Temperature superficiali pagano pegno a

Come ci si poteva aspettare, in risposta al fortissimo El Nino, l’indice GISS selle temperature superficiali terrestri e oceaniche è schizzato verso l’alto registrando un incremento di 0,24°C, superando la barriera del grado di anomalia (+1,04°C) rispetto al periodo di riferimento delle temperature che per questo set di dati è il trentennio 1951-1980.

L’indice GISS è quello calcolato dal Goddard Institute for Space Studies. A partire dal giugno 2015 sono state introdotte pesanti correzioni a questo indice, soprannominate “Ammazza Pausa”. Per ricostruire le temperature si utilizzano griglie di 1200Km e si inferiscono misurazioni superficiali fittizie anche ai poli, senza considerare se esistano o no misure reali in quelle regioni.

Ed ecco il grafico aggiornato ad ottobre:

 

Osserviamo poi l’indice NCEI, una volta noto come NOAA/NCDC, anche questo rivisto in chiave “riscaldante” secondo gli aggiustamenti proposti da Karl et al. (2015) per eliminare la pausa. Questo indice, a differenza del GISS, non considera le zone polari quando sono coperte di ghiaccio e riempie le griglie di temperatura usando dei metodi statistici fondendo insieme diversi set di dati storici. L’indice jha sempre un mese di ritardo rispetto al GISS, quindi ecco l’aggiornamento di settembre che presenta un’anomalia di +0,90°C in lieve crescita rispetto ad agosto (+0,01°C):

 

Ed infine l’indice di temperature superficiali e oceaniche inglese, l’HADCRUT4, che presenta un’anomalia di +0,79°C:

Ma veniamo alle temperature registrate da satellite che, a differenza di quelle terrestri, non subiscono infiniti aggiustamenti.

L’indice UAH dell’Università dell’Alabama ad Huntsville registra la temperatura della troposfera, e suddivide le misure tra bassa, media ed alta troposfera secondo i grafici qui riportati:

A noi interessano le anomalie di temperature di bassa troposfera che hanno il massimo peso nei primi 3000 metri di atmosfera. Tutte le anomalie usano come base il periodo 1981-2010. A differenza delle misure terrestri, qui si evidenzia una pausa lunga oltre diciotto anni. L’indice aggiornato ad ottobre mostra un’anomalia di +0,43°C in crescita di +0,18°C rispetto al mese precedente:

Ed infine l’ultimo indice, sempre satellitare, sempre riguardante le anomalie della bassa troposfera: l’indice RSS (Remote Sensing System) misurato da una costellazione di satelliti della NASA. L’indice RSS mostra un’anomalia di +0,44°C in crescita di +0,07°C rispetto al mese scorso:

Interessante la comparazioni tra i cinque indici. Soprattutto è interessante notare che mentre gli indici satellitari dal 1998 mostrano un decremento delle temperature, gli indici terrestri vanno in verso opposto. In particolare l’indice GISS, grazie alle ultime correzioni apportate, viaggia completamente fuori scala verso l’alto rispetto agli altri.

E’ indubbio che El Nino sta influenzando pesantemente verso l’alto le temperature globali, è un dato di fatto innegabile ma anche naturale. Ci aspettiamo un decrescita significativa al termine del fenomeno, soprattutto quando, in seguito, si innescherà La Nina. E’ altrettanto assurdo, però, vedere dati di temperature massacrati appositamente per eliminare un fenomeno scomodo come la Grande Pausa per creare il “clima” adatto per la conferenza di Parigi.

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