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Meteo e non solo a Rocca Priora e Castelli Romani
Un altro articolo che ormai ci sorprende poco!
Un nuovo articolo pubblicato sul giornale scientifico “Climate of the Past” mostra che i cicli solari hanno, alla luce dei fatti, giocato un ruolo dominante nei cambiamenti climatici globali. Questo è il frontespizio dell’articolo:
Contrariamente a quello che ci sta raccontando oggi la scienza climatica popolare, per lo più regredita a livello di storielle da rivista domenicale da leggere in spiaggia, quest’articolo ci mette in guardia sul raffreddamento che seguirà nei prossimi 65 anni, probabilmente fino ai livelli toccati nel 1870 (od oltre!).
“Un gran numero di investigazioni paleoclimatiche hanno messo in risalto l’influenza di un oscillazione di circa 200 anni di periodo che è stata messa in relazione con i cicli di attività solare di Vries/Suess. Visto che questi studi riguardano indicatori di clima locale, gli autori hanno usato estensivamente i set di indicatori climatici indiretti (proxy data) di Büntgen e Christiansen/Ljungqvist per l’emisfero nord, insieme ai dati di accrescimento degli anelli degli alberi per l’emisfero sud, il tutto con una risoluzione di un anno, al fine di correlare le variazioni climatiche con l’influenza dei cicli solari. Visto che c’è un crescente interesse verso i tassi di variazione della temperatura, piuttosto che verso le temperature assolute, gli autori hanno analizzato le differenze di temperatura in un periodo di circa 100 anni per gettare luce sulla dinamica del clima degli ultimi 2500 anni. L’analisi di Fourier e tramite wavelet, così come un fit non lineare di funzioni sinusoidali, ha mostrato una predominanza di un ciclo con un periodo di 200 anni. La caratteristica sinusoidale dell’oscillazione climatica, permette di effettuare una predizione climatica approssimativa del clima del prossimo futuro.”
La figura sottostante mostra una panoramica globale degli indicatori climatici indiretti utilizzati per questo studio, da cui si può facilmente controbattere alle critiche sul fatto che questo studio sia solo di carattere locale:
Lo studio guarda indietro per circa 2500 anni in maniera globale. L’analisi approfondita di molteplici indicatori indiretti ha portato gli autori a scoprire nel clima, in maniera molto pronunciata, il ciclo solare di Vries/Suess. Nella parte interna dell’articolo, gli autori scrivono:
“Il clima della Terra mostra un oscillazione piuttosto regolare di 200 anni durante gli ultimi millenni. In ogni caso, la frequenza, la fase e l’intensità di questa oscillazione sono variabili a seconda della serie storica di temperatura considerata e a seconda del periodo compreso. Ma, la relativa stabilità del ciclo suggerisce che questa particolare natura periodica del clima continuerà a persistere nei prossimi anni.”
Naturalmente non è realizzabile un’estrapolazione diretta come gli autori lasciano intendere qui sopra. Oltre, nell’articolo, mettono in evidenza che il ciclo è influenzato dalle “attività terrestri” che “possono dominare temporaneamente sull’attività solare, disturbando il ciclo sinusoidale”. Ma per lo più, questo ciclo è un ottimo ed affidabile indicatore di quello che dobbiamo aspettarci su scala multidecennale. Gli autori scrivono sul ciclo di 200 anni:
“Fornisce correttamente le temperature del minimo del 1850-1900 e mostra la caduta delle temperature che avverrà da oggi al 2080, quando si toccherà un minimo simile a quello del 1870, come d'altronde già predetto da altri studi sul clima (Steinhilber and Beer, 2013; Liu et al., 2011) riguardanti le ciclicità solari.”
Insomma il consiglio è di aspettare un pochino prima di comprare una casa sulla costa della Groenlandia, a meno che voi e i vostri figli non stiate pianificando di diventare i più grandi fornitori globali di ghiaccio nei prossimi decenni. Il riscaldamento che abbiamo vissuto nel ventesimo secolo appare in larga parte dovuto al picco positivo di questo ciclo di 200 anni. Ma adesso il picco è dietro di noi e ci si aspetta un forte raffreddamento nei prossimi 65 anni!