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22/07/2015
Global Cooling in arrivo

El Nino produce sempre un salto verso l’alto delle temperature globali, quindi aspettiamo di vederlo nei dati satellitari dei prossimi sei mesi o giù di lì. Ma come un pendolo, dopo un El Nino forte segue sempre una La Nina altrettanto poderosa in grado di raffreddare sensibilmente il pianeta. In più, i maggiori apparati vulcanici del globo possono rallentare o eliminare qualunque riscaldamento come successe con El Chicon e Mt. St. Helen nei primi anni 80 a con il Pinatubo/Cerro Hudson nei primi anni 90.

 

Come già scritto, dopo il più freddo trimestre, da gennaio a marzo, per il Nord America (in una configurazione che ha innescato in passato le vere ere glaciali) e soprattutto per gli Stati Uniti, in cui si evidenzia un raffreddamento medio di 1,5°C negli ultimi venti inverni, è veramente preoccupante quello che ci stanno dicendo i fisici solari.

 

Alcuni rinomati astrofisici inglesi, intervistati sulle loro ricerche, hanno commentato:

“Il nostro pianeta è solo a 15 anni di distanza da una nuova “mini era glaciale”, che sarà caratterizzata da inverni estremamente freddi, tanto da congelare fiumi che sono normalmente liberi dal ghiaccio (per esempio il Tamigi) senza contare un gran numero di accumuli nevosi, in aree dove normalmente non se ne vede.” (E viene da pensare che il fenomeno è già iniziato, considerando che sono due inverni di seguito che nevica in Egitto ed in Israele).

Gli scienziati sono giunti a queste conclusioni basandosi su un nuovo modello di attività solare che consente ai ricercatori di fare previsioni estremamente accurate nei cambiamenti dell’attività del Sole. (vedi articolo della settimana scorsa)

Le scoperte di questo studio sono state presentate al National Astronomy Meeting del 9 luglio e pubblicate nella rivista della Royal Astronomical Society.

La ricerca suggerisce che molto presto vedremo delle condizioni che si soo viste solo 370 anni fa durante quello che fu chiamato Minimo di Maunder.

 

Il Minimo di Maunder è il nome di un periodo tra il 1645 ed il 1715 caratterizzato da una prolungata bassa attività solare e da inverni estremamente freddi in Europa ed in Nord America, durante il cuore di quel periodo climatico tra il 1550 ed il 1850 che fu chiamato “Piccola Era Glaciale”.

La scoperta non è unica né nuova. “La mia opinione è che ci stiamo dirigendo verso un Minimo di Maunder” ha detto Mark Giampapa, un fisico solare del National Solar Observatory (NSO) a Tucson, Arizona. “Sto assistendo ad un continuo declino delle macchie e della forza del campo magnetico medio solare oltre che ad un indebolimento dei campi magnetici polari e dei flussi sottosuperficiali.”

Il dr. Habibullo Abdussamatov che dirigie il prestigioso Pulkovo Observatory a San Pietroburgo, ha avvertito in un articolo del 2013 che: “ dopo il massimo del ciclo solare 24, approssimativamente dal 2014, possiamo aspettarci l’inizio del prossimo ciclo bicentenario di “Piccola Era Glaciale” con un profondo raffreddamento soprattutto dell’emisfero nord.”

Lo scienziato australiano dr. David Evans ha rimarcato “Mentre ci dirigiamo verso il meeting di Parigi 2015, dove la burocrazia globale la fa da padrona, sembra svilupparsi un brusco raffreddamento pronto per colpire nei prossimi cinque anni. Eppure i consorzi elitari di politici non si stanno preparando per il cambiamento climatico, ma solo per il riscaldamento globale. In tutto il mondo si investe un miliardo di dollari al giorno per le energie rinnovabili sperando di ridurre il riscaldamento globale. Visto che il 20% della popolazione non ha ancora l’energia elettrica, i libri di storia si meraviglieranno di quanto fossero distorte le priorità della scienza burocratizzata dei nostri anni.

Mentre la brillantezza totale solare cambia solo dello 0,1% durante il ciclo di undici anni, ci sono fattori amplificanti che incrementano l’effetto delle variazioni solari su scala decennale e secolare. Questi fattori includono la radiazione ultravioletta che varia di un 6-8% durante il ciclo solare produce calore attraverso la chimica dell’ozono in alta atmosfera a latitudini basse e medie, l’attività geomagnetica che causa riscaldamento da ionizzazione e le famose “aurore” ed il vento solare che modula l’arrivo dei raggi cosmici sulla Terra da cui la formazione di nuvole in alta atmosfera da cui la quantità di radiazione solare che riesce a penetrare fino alla superficie del nostro pianeta riscaldandolo. Tutti questi fattori producono meno riscaldamento quando il sole è in quiete e molto di più quando è attivo.

Per il meeting di Parigi ancora non ci si renderà conto della situazione, soprattutto a causa di El Nino incipiente che farà sembrare ragionevoli le conclusioni degli allarmisti. Eppure la realtà è peggiore e ben più preoccupante di quanto sostengono gli allarmisti del Global Warming. Con il raffreddamento, soffriremo fame e crisi energetica, e sarà terribile.

E purtroppo la corsa verso la piccola era glaciale è già cominciata.

Come possiamo accorgerci?

Basta comparare due misure molto molto solide. Possiamo confrontare le anomalie temperature globali satellitari accumulate nel corso della scorsa decade (2001-2010) con quelle che stiamo accumulando in questa decade (2011-2020).

Il confronto parla da solo. Durante questa decade abbiamo meno calore accumulato rispetto alla precedente.

Ora con l’arrivo di El Nino sicuramente recupereremo parte del terreno perso, ma subito dopo affronteremo un precipizio quando La Nina inizierà ad influenzare le temperature globali.

L’Inverno sta arrivando.
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