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Meteo e non solo a Rocca Priora e Castelli Romani
Il NOAA definisce “El Nino forte” quando il picco dell’indice ONI (Oceanic Nino Index) è più grande di 1,5°C. L’ONI è la media su tre mesi delle anomalie di temperatura della superficie oceanica nella zona NINO3.4. Dai grafici si capisce come ormai siamo vicinissimi alla soglia di Nino forte, che probabilmente verrà superata.
Già questo mese le temperature satellitari RSS iniziano a risentire dell’effetto di EL Nino e la pausa del GW lunga 222 mesi è in stallo con tendenza ad accorciarsi a causa dell’aumento delle temperature mondiali.
Nel frattempo il Perù ha già dichiarato lo stato di emergenza per 60 giorni in 14 regioni per prepararsi ai possibili danni che potrà provocare El Nino nella stagione 2015-16.
L’Ufficio Meteorologico peruviano ha previsto un EL nino forte per la stagione invernale australe ed un evento eccezionale per l’estate australe che inizia in dicembre. I maggiori guai legati ad El Nino per il Perù sono dovuti al pericolo di imponenti frane nel territorio ed alla stagione di pesca rovinata, uno dei fattori chiave dell’economia nazionale peruviana.
Comparando l’andamento delle temperature oceaniche nelle zone chiave, con quelle di El Nino 1997-98, uno dei più intensi degli ultimi anni, il confronto mette paura. Se l’evoluzione del fenomeno continua di questo passo, possiamo aspettarci un evento dalle caratteristiche veramente eccezionali, in grado di sconvolgere per un paio di anni il normale clima terrestre, non solo quello peruviano, come fece già l'evento del 1998.
Ed ecco il confronto delle temperature superficiali nelle zone NINO 1+2, 3, 4, e 3.4:
Interessante anche la mappa delle anomalie termiche fino alla profondità di circa 300 metri all’equatore. Mentre il Pacifico occidentale è più freddo dell’anno scorso, quello orientale ha un contenuto termico nettamente superiore.