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03/06/2015
La fine dell'Olocene

I carotaggi del ghiaccio mostrano che il temuto aumento di +2°C è già avvenuto…
…e la civiltà umana è andata alla grande!

 
IL CONTESTO DELL’OLOCENE NEL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO

Il benefico ed attuale periodo caldo interglaciale chiamato olocene è stato quello che ha reso possibile la civilizzazione umana da 10.000 anni a questa parte. Il clima congeniale dell’olocene si estende dai primi tentativi dell'agricoltura fino agli avanzamenti tecnologici degli ultimi 100 anni.

 
SOMMARIO

Quando si considera la scala dei cambiamenti di temperatura che gli allarmisti prevedono a causa del riscaldamento globale provocato dall’uomo e la loro visione degli effetti disastrosi delle emissioni aggiuntive di CO2 umane, è particolarmente utile guardare ai cambiamenti climatici da una prospettiva a più lungo periodo, secolare o millenaria.

 

Il tanto celebrato e tanto temuto aumento “fatale” di +2°C delle temperature globali, porterebbe le temperature del pianeta solamente ai livelli del congeniale periodo caldo romano. E se fosse possibile raggiungere il "potenzialmente orrendo" aumento di +6°C postulato dagli allarmisti, grazie al supposto forte feedback positivo del vapore acqueo, arriveremmo solo ad avere le temperature presenti durante il massimo eemiano, l'ultima epoca interglaciale risalente a 120.000 anni fa.

IL CONTESTO

I carotaggi nel ghiaccio compiuti nelle basi antartiche di Vostok ed EPICA mostrano che ci sono state 5 epoche interglaciali negli ultimi 450.000 anni, variabili sia in intensità che in durata.

Alcuni periodi interglaciali precedenti sono stati anche significativamente più corti dei normali 10.000 anni. Questi cambiamenti climatici sono ben visibili nei record dei carotaggi di Vostok ed EPICA.

I periodi glaciali ed interglaciali mostrano un pattern abbastanza regolare. Le due serie di carotaggi mostrano anche un buon accordo negli ultimi 200.000 anni. In precedenza, però, nonostante il pattern sia simile, si possono notare dei dislocamenti temporali significativi tra 200.000 e 450.000 anni fa. Inoltre queste due serie non sono ben coordinate durante il recente periodo dell’olocene.

Le epoche interglaciali calde sembrano durare all’incirca 10.000 anni mentre i periodi freddi di glaciazione quasi globale persistono per più di 100.000 anni.

Prima dell’attuale olocene, il periodo di intensa glaciazione globale è durato per poco più di 100.000 anni. Tale glaciazione ha significato la formazione di uno strato di ghiaccio alto più di un Km sopra praticamente tutto l’attuale emisfero nord abitato. Questa glaciazione è stata preceduta dal periodo interglaciale chiamato eemiano. L’eemiano raggiunse il picco di caldo circa 120.000 anni fa. Fu all’incirca di 3°C più caldo di quello che viene chiamato “Ottimo Climatico dell’olocene”, raggiunto circa 8000 anni fa.

Basandosi su questo pattern di radicali cambiamenti climatici, si può vedere come il caldo e benigno olocene si stia avviando alla fine. Notare come stanno precipitando le temperature planetarie negli ultimi tre millenni:

 

Secondo le misurazioni dei carotaggi effettuati in Groenlandia (GRIP), l’ultimo millennio è stato in assoluto il più freddo dell’olocene, con temperature più basse di -1,8°C rispetto all’Ottimo Climatico del 6000 A.C.

Solo negli ultimi 300 anni c’è stato un lieve recupero dopo la Piccola Era Glaciale.

Comunque è solo un lieve recupero di minore entità, che però ha recentemente dato vita alla paura del Grande Riscaldamento Globale.

L’OLOCENE

L’andamento della temperatura nella corrente epoca interglaciale che dura da 10.000 anni, è un interessante indicatore per tutte le predizioni degli allarmisti che si sono succedute negli ultimi 40-50 anni.

L’olocene può dividersi in due fasi:

·         Il primo olocene, che comprende anche l’Ottimo Climatico, che è stato un periodo estremamente stabile, mostrando solo una variazione di 0,05°C per millennio da circa l' 8000 A.C. fino al 1000 A.C.

·         Il secondo olocene, che comprende gli ultimi 3000 anni dal 1000 A.C. al 2000 D.C., che invece mostra un rapido decadimento delle temperature di circa -0,5°C per millennio, dieci volte più veloce della prima fase.

Giudicando dalla lunghezza delle precedenti fasi interglaciali, dopo circa 10.000-11.000 anni, l’olocene dovrebbe chiudersi. Un'inversione climatica verso una completa glaciazione del pianeta è dunque non solo prevedibile, ma anche in ritardo, già durante questo secolo od il prossimo.

Guardando dal punto di vista degli ultimi tre millenni che hanno visto un’accelerazione del raffreddamento, è più che probabile un continuo e naturale cambiamento verso un clima molto più freddo.

Il raffreddamento porterà ad un clima molto più avverso e le ragioni per aspettarsi un tempo terribile ci sono tutte: la differenza energetica tra i poli e l’equatore aumenta a dismisura durante i periodi di raffreddamento e questo porta automaticamente a condizioni atmosferiche estremamente instabili.

Oltretutto un tempo più avverso ed un clima più freddo porteranno l’umanità e tutta la biosfera a forti privazioni. La stagione della crescita vegetativa si accorcerà e ci sarà molta meno terra coltivabile.

Ma tutta l’attuale discussione e la propaganda sui cambiamenti climatici, si concentra su piccole variazioni di temperatura di breve termine, spesso con un enfasi esagerata posta a piccoli rialzi termici. Si punta il dito e si fa propaganda sull’incremento delle temperature globali, ma questi aumenti si possono per lo più misurare in scale impercettibili di centesimi di grado! Le predizioni catastrofistiche degli allarmisti del global warming dovrebbero essere poste nel contesto dell’olocene.

Il tanto celebrato e tanto temuto aumento fatale delle temperature globali di +2°C, il famoso “Punto di Non Ritorno”, porterebbe il pianeta al livello congeniale del periodo caldo romano. Un ulteriore aumento di altri 2°C incrementerebbe ulteriormente il beneficio economico e agricolo dell’Emisfero Nord.

I Super Catastrofisti postulano anche un aumento “potenzialmente orrendo” di +6°C a causa di enormi feedback positivi del maggior vapore acqueo in atmosfera. L’aumento di +6°C porterebbe le temperature globali al livello del precedente massimo eemiano. Il periodo interglaciale eemiano, circa 120.000 anni fa, fu un periodo caldo e particolarmente ricco della biosfera: gli ippopotami vivevano nel delta del Reno e del Tamigi ed  ed i livelli marini erano, a causa della mancanza di ghiacci, circa di tre metri più alti del presente.

Teniamo presente che lo scioglimento totale dei ghiacci impiegherebbe comunque molti secoli per essere compiuto.

Ma secondo gli allarmisti, tutta questa radicale distruzione avverrebbe nel giro di 100 anni, durante questo secolo. E solo a causa dell’umanità che brucia combustibili fossili ed emetta CO2 aggiuntiva nell’atmosfera.

Ma guardando alle temperature degli ultimi 2/3 millenni, bisogna preoccuparsi per davvero, ma non per la CO2, ma perché “l’Estate” sembra davvero al termine.

 

GLI ULTIMI VENTI ANNI

·         Le emissioni di CO2 umane sono cresciute del 14%

·         La concentrazione di CO2 in atmosfera è cresciuta del 8%

Ma non c’è stata traccia di alcun aumento globale delle temperature.

Gli Allarmisti del Global Warming che includono

·         l’IPCC

·         le Nazioni Unite

·         molti governi del mondo occidentale

·         i Verdi e gruppi similari

predicono aggressivamente catastrofi imminenti con l’aumento eccessivo delle temperature. Ma è solo estrema arroganza aspettarsi che l’umanità possa invertire un processo di raffreddamento globale che è iniziato 3000 anni fa e portare le temperature a +6°C dai livelli attuali. Ed anche se così fosse, l’umanità vivrebbe molto, ma molto meglio, rispetto a quello che ci aspetta nei prossimi secoli con l'avvento della prossima era glaciale.

"L'Inverno sta arrivando!"

tratto da un sagio di Ed Hoskins.

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