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Meteo e non solo a Rocca Priora e Castelli Romani
Un aggiornamento sulle temperature globali è d’obbligo, soprattutto dopo aver superato il 2014 riportato da certa stampa come il più caldo di sempre.
Prima di tutto presentiamo i tre set di dati basati su misure effettuate a terra:
il primo set di dati è il Land Ocean Temperature Index del GISS (Goddard Institute for Space Studies). Questo set di dati utilizza come media per calcolare le anomalie il periodo 1951-1980 ed utilizza una griglia larga 1200Km per riempire le aree mancanti dove non ci sono misure di temperatura. Inoltre utilizza un algoritmo per inferire le temperature marine ai poli, dove esiste ghiaccio stagionale. Come tutte le misure di terra, questo indice è soggetto a feroci critiche a causa delle isole di calore in cui vengono a trovarsi alcune stazioni rispetto a decenni fa. A partire dal febbraio 2013 il GISS utilizza come set di dati quello del NCDC (National Climatic Data Center)
Il GISS misura per il mese di febbraio un’anomalia di +0,79°C con un incremento di +0,04°C rispetto al mese scorso.
Il NOAA Global Surface Temperature anomaly è il secondo indice di riferimento, prodotto anch’esso dalla base dati del NCDC. Per gennaio (sono indietro di un mese) misura un anomalia di +0,77°C in discesa di -0,01°C rispetto al mese scorso.
Infine i dati inglesi. Lo UK Met Office produce il suo indice di anomalie di temperatura superficiali utilizzando un altro set di dati derivato dalla fusione del CRUTEM4 (prodotto dal Climatic Research Unit dell’Università dell’East Anglia) e del HadSST3 (Hadley Centre del Met Office), chiamato con poca fantasia HADCRUT4. A differenza dei set di dati americani, se per una determinata porzione non vi è un dato di temperatura, questo non è riempito utilizzando i dati adiacenti, ma viene semplicemente escluso, cosa che, oltretutto, reputo più corretta. L’HADCRUT4 utilizza come media di base per il calcolo delle anomalie il periodo 1961-1990. Per il mese di gennaio l’anomalia è stata di +0,69°C in crescita di +0,06°C rispetto al mese precedente.
E veniamo alle misure satellitari che dal 1979 ci forniscono dati estremamente accurati sulle temperature della bassa troposfera, lo strato atmosferico a contatto con la superficie. Le misure sono effettuate da 0 metri fino a 12500, ma il contributo più elevato viene dato dai primi 3000 metri di quota. I dati sono calcolati dalla sovrapposizione di misure effettuati da più satelliti. Purtroppo anche queste misure sono soggette a correzioni spesso criticate, perché bisogna tenere conto che il satellite non legge la temperatura, ma il fondo a microonde che emette l’atmosfera che cambia a seconda della temperatura, al quale bisogna introdurre correzioni varie, tra cui l’altezza operativa di ciascun satellite. Le misure coprono tutta la bassa troposfera dalle latitudini 85°S fino a 85°N
Il primo set quello dell’Università dell’Alabama in Huntsville (UAH). La media di base per il calcolo delle anomalie è il periodo 1981-2010. L’anomalia per il mese di febbraio è di +0,30°C, in decrescita di -0,06°C dallo scorso mese.
L’ultimo set satellitare è il Remote Sensing Systems (RSS) che calcola la temperatura della bassa troposfera utilizzando una costellazione di satellite del NOAA. Le misure vengono effettuate da 70°S a 82,5°N. L’anomalia per febbraio è stata di +0,33°C in decrescita di -0,04°C dal mese precedente.
Vi è una differenza notevole tra le due misure satellitari. La causa sembra attribuibile al fatto che RSS utilizza i vecchi satelliti NOAA-15 con un orbita in decadimento, ai quali si applica una correzione diurna basata su modelli climatici molto lontani dalla realtà.
Presentiamo infine i grafici di tendenza. Il primo è il grafico di tendenza del GISS. L’ultimo punto rappresenta il periodo da gennaio 2001 a febbraio 2015 (170 mesi). Il valore di +0,04°C è la differenza di temperatura calcolata nei 170 mesi precedenti. In generale ogni punto di questo grafico rappresenta la tendenza al riscaldamento/raffreddamento dei 170 mesi precedenti. Si può notare che per trovare un periodo di così basso riscaldamento bisogna andare indietro fino a metà anni 70. Mentre il periodo di maggior riscaldamento è stato quello che è culminato nel 2006.
Si può fare lo stesso utilizzando la tendenza a 17 anni, ovvero 213 mesi:
ed in questo caso per trovare una tendenza così bassa dobbiamo tornare al 1980.
Per finire la media di tutte le misure terrestri e satellitari:
la piattezza dei grafici dal 2001 è ovvia, come è evidente che dopo l’evento El Nino del 1987/88 non si sono più viste temperature del genere.