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Su Science Express, la scorsa settimana, è stato pubblicato un interessante articolo in cui si (di)mostrano le cause che provocarono, 900.000 anni fa, l’allungamento a circa 100.000 anni del normale ciclo glaciale di 41.000 anni.
“La ricerca è un passo in avanti nella comprensione di un enorme cambiamento nel ritmo del clima terrestre e mostra che l’oceano ha giocato un ruolo centrale” ha detto Candace Major, direttore del programma nella Divisione Scienze Oceaniche della National Science Foundation che ha finanziato la ricerca.
Il rallentamento delle correnti ha incrementato lo stoccaggio della CO2 negli oceani, lasciando meno CO2 nell’atmosfera. Questo ha tenuto le temperature basse e innestato il sistema climatico in una nuova fase di ere glaciali più fredde ma meno frequenti, credono gli scienziati.
“Gli oceani hanno iniziato ad immagazzinare più diossido di carbonio per un periodo più lungo,” ha detto Leopoldo Pena , l’autore principale dell’articolo e paleoceanografo al Lamont-Doherty Earth Observatory (LDEO) della Columbia University. “La nostre prove mostrano che l’oceano ha giocato un ruolo importante nel rallentare il passo delle ere glaciale e renderle più rigide. “
I ricercatori hanno ricostruito la forza del sistema di correnti oceaniche campionando sedimenti nell’oceano profondo, al largo delle coste del Sud Africa, dove passano le potenti correnti che dal Nord Atlantico si dirigono verso l’Antartico.
Si può dedurre quanto intensamente si sono mosse queste correnti dalla quantità d’acqua nord atlantica che è arrivata fin lì, misurata dai rapporti isotopici del neodimio, che sono caratteristici per quelle acque.
I gusci dell’antico plancton incorporano questo rapporto isotopico nel tempo, come registratori a cassette, permettendo agli scienziati di ricostruire approssimativamente quando le correnti sono state più forti e quando più deboli.
Durante gli ultimi 1,2 milioni di anni, le correnti sono state più forti durante i periodi caldi e più deboli durante le ere glaciali, ma circa 950.000 anni fa, la circolazione oceanica si indebolì notevolmente, restando tale per circa 100.000 anni. Durante quel periodo il pianeta saltò il periodo caldo interglaciale ed al recupero del sistema, entrò in una fase ciclica di ere glaciali più lunghe (100.000 anni).
Dopo questo punto di svolta, le correnti oceaniche rimasero estremamente deboli durante le ere glaciali diventate più lunghe e più fredde.
“La nostra scoperta sul sistema di correnti oceaniche è stata una grande sorpresa”, ha detto il co-autore Steven Goldstein, un geochimico al LDEO. “Ha permesso al ghiaccio di crescere anche quando avrebbe dovuto sciogliersi, innescando il ciclo di 100.000 anni.”
Le ere glaciali vanno e vengono ad intervalli prevedibili, legate al cambiamento dell’irradiazione solare che cade sul pianeta, dovuto alle variazioni dell’orbita terrestre.
I cambiamenti orbitali da soli, comunque, non possono spiegare l’improvviso cambio a periodi glaciali più lunghi.
Secondo una delle prime ipotesi per la transizione, l’avanzare dei ghiacciai nel Nord America ha eroso il terreno canadese, causando l’accumulo di ghiaccio più spesso e duraturo sul sottostante strato roccioso.
Sulla base di quell’idea, i ricercatori credono che l’avanzare del ghiaccio possa aver innescato il rallentamento delle correnti oceaniche, portando gli oceani a disperdere meno diossido di carbonio, sopprimendo l’era interglaciale che avrebbe dovuto seguire.
“Il ghiaccio deve aver raggiunto uno stadio critico che ha innescato una circolazione più debole del sistema di correnti oceaniche” ha detto Goldstein.
Valutando il rapporto isotopico del neodimio, gli scienziati hanno anche dimostrato che i cambiamenti climatici hanno preceduto il cambiamento delle correnti e non viceversa.
E’ un bell’articolo ma mi lascia scettico su parecchi punti. L’unica cosa che hanno provato questi signori è il rallentamento delle correnti oceaniche durante le ere glaciali. Ma sia il meccanismo di raffreddamento al seguito del sequestro dell’anidride carbonica e i motivi dell’innesco del fenomeno che ha portato al prolungamento delle ere glaciali, al di fuori dei normali cicli orbitali, sono pure speculazioni ed ipotesi senza prove concrete a conforto.
Ed ipotesi se ne possono fare tante, che coinvolgono salinità dell’acqua, meccanismi di trasporto del calore legati alle correnti, cambiamenti nella circolazione atmosferica…
Alla prossima!